in senso ostinatamente antiorario
e spesso capita che inciampino, che sbaglino, che escano
deliberatamente dal binario
E va così da quando a diciott’anni ho creduto di parlare
con qualcuno che vedevo soltanto io
e adesso son ciò che di solito la gente definisce
“uno di quelli... sai... un po’ così”
Un po’ così
non ho ancora capito com’è, ma com’è
che tutti sanno esattamente cosa intendono
parlando di me
Col tempo ho imparato a mordermi le idee sopra la lingua
e a sembrare un po’ meno strano
e non perché la società debba riprendermi con sé
ma per passare meglio inosservato
Ma disgraziatamente devo aver qualcosa addosso
che attira inesorabilmente la curiosità
o più probabilmente un po’ di comprensibile prudenza
verso chi comunque è “un po’ così”
E perché no?
in fondo anch’io un po’ paura ce l’ho, persino io
e se potessi mi terrei il più possibile
alla larga da me
Nascosto dietro la sua scrivania il dottore è certo
che potrò tornare ad essere un Normale
bastano solo quattro pillole tre volte al giorno
e una puntura bisettimanale
Io gli do retta soprattutto per non dispiacere troppo
chi mi sta vicino e dice di volermi aiutare
ma pur avendo le più nobili intenzioni quasi sempre
riesce a darmi solo compassione
Pensare che
andrebbe tutto già bene così, un po’ così
mi basterebbe avere trenta sigarette al giorno
e quattro caffé
E nonostante le mie pillole talvolta accade
qualcosa che davvero non saprei spiegare
così con la mia limitata e regredita intelligenza
mi sembra quasi di poter capire
Che in fondo qui nessuno crede sia possibile davvero
darmi indietro la mia vita da quasi normale
perciò fanculo al vostro bel, scusate il termine, “equilibrio”
che tanto io sono “un po’ così”
Un po’ così
e comunque diverso da voi
che siete sani o forse siete solamente meno
matti di me
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